Nel vivace quartiere di San Lorenzo, luogo simbolo della resistenza romana, è comparsa una nuova e potente opera d’arte che colpisce l’occhio e il cuore: Liberazione. Realizzata dalla street artist Laika, conosciuta per le sue opere cariche di messaggi sociali e politici, è un tributo visivamente affascinante e profondamente emotivo che associa le donne partigiane italiane alle donne palestinesi.

L’opera, situata in in via dei Peligni, si presenta come un grande poster murale che ritrae una scena toccante: una partigiana italiana, simbolo della lotta contro il fascismo e il nazismo, afferra per mano una donna palestinese. Entrambe condividono un cammino di lotta per la libertà, simboleggiato dal fiore rosso che la donna palestinese tiene stretto tra le mani, come richiamo alla speranza e alla rinascita.

La didascalia dell’opera riprende un canto partigiano molto noto in Italia, “Bella ciao”, evocando immediatamente il tema della resistenza e della liberazione dal giogo oppressore. Laika, attraverso la sua arte, fa rivivere il legame indissolubile tra passato e presente, mostrando come i valori della libertà e della dignità umana siano sempre attuali e universali.

L’opera si carica di un significato ancor più profondo grazie ai dati condivisi dall’artista: “In Italia, le donne partigiane combattenti furono 35 mila, e 70 mila fecero parte dei Gruppi di difesa della Donna. 4653 di loro furono arrestate e torturate, oltre 2750 vennero deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate e 1070 caddero in combattimento. A Gaza, sono circa 10.000 le donne uccise durante l’invasione dell’esercito israeliano”.

In un momento storico in cui i conflitti continuano a infiammare il mondo, “Liberazione” non è solo un’opera d’arte, ma un appello vibrante alla pace, alla giustizia e al riconoscimento dei diritti umani universali. Attraverso le parole del Presidente Mattarella, Laika ricorda che il diritto di ogni popolo a esistere e a vivere in uno stato libero e dignitoso non può essere negato. “Cessate il fuoco, ora!” non è solo un desiderio, ma un imperativo per il futuro di tutti.